considerazioni sui mondi virtuali

mercoledì 7 novembre 2007

Osmosi lenta

Marshall Mcluhan disse che ogni tecnologia viene interpretata nei termini di quella che l’ha preceduta: ad esempio l’automobile era inizialmente vista come una carrozza senza cavalli, la televisione come una radio con le immagini. A tale regola non sfugge la realtà virtuale che viene ancora considerata una copia della realtà fisica con alcune caratteristiche speciali. Ecco spiegato il motivo del perché in Second Life si cerchino di replicare fedelmente alcuni aspetti della realtà che in un mondo sintetico non hanno motivo di esistere.

Un esempio? Pensate all’architettura, che il Second Life è spesso a misura d’uomo e non a misura di avatar. Potreste spiegarmi altrimenti la presenza di scale, totalmente inutili in quanto l’avatar può spostarsi volando? E questo è solo uno degli innumerevoli aspetti del metaverso pedissequamente copiati dalla realtà in modo che definirei “passivo” dai creativi di Second Life.

Il giornalista Gianluca Nicoletti ha forse individuato il nodo centrale del problema: il residente che entra in Second Life necessità di un’osmosi lenta tra la sua vita reale e quella virtuale. Non è preparato ad accettare un cambiamento repentino e totale e tende perciò a ricostruire alcuni aspetti della sua esistenza quotidiana, pleonastici nel metaverso, ma necessari per farlo sentire a suo agio.

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