considerazioni sui mondi virtuali

martedì 6 novembre 2007

Realtà virtuale: una definizione (2)

L’espressione “realtà virtuale” può essere considerata a tutti gli effetti un ossimoro? È una categoria generale alla quale possiamo ascrivere tutti gli ambienti simulati da un computer o dobbiamo fare delle precise distinzioni? La natura ambigua del termine allude ad una confusione tra reale e simulato sintomatica nella società moderna?

Uno dei primi scettici riguardo all’uso di questo termine fu Warren Robinett – game designer e programmatore – che al convegno “Hip Hype Hope” tenutosi nel 1990 al SIGGRAPH lo definì “un ingegnoso ossimoro” e dichiarò di preferire l’espressione “esperienza sintetica”. Ammise però che era molto improbabile l’abbandono di un termine divenuto ormai di pubblico dominio.

In effetti, nonostante gli attacchi più o meno riusciti da parte di ricercatori e studiosi di scienze informatiche, l’espressione “realtà virtuale” si è sedimentata nella nostra lingua, affiancata però da una schiera di sinonimi/epigoni: “mondo sintetico”, “mondo virtuale”, “realtà artificiale” per i quali è necessaria una trattazione specifica.

Benjamin Woolley, nel primo capitolo del suo libro Mondi Virtuali, si sofferma sull’espressione “realtà artificiale” e così scrive “potrebbe essere un ossimoro: una figura retorica che utilizza un’apparente contraddizione allo scopo di suggerire una realtà molto più profonda.”[1]

In pratica considera questo termine una spia dell’atteggiamento ambiguo della società moderna verso la realtà.

A tale riguardo, due sono le linee di pensiero tracciate dalla filosofia sul finire del secolo scorso: quella di Barthes e Baudrillard che sostengono che il reale è una costruzione politica e storica, un mito da sfatare; e quella dei “realisti”, tra i quali si annovera Woolley stesso, che ritengono che l'esistenza di un mito della realtà non basti a significare che essa stessa sia un mito. Posizioni certamente antitetiche, inconciliabili, come i due termini di un ossimoro.




[1] Benjamin Woolley, Mondi Virtuali, Torino, Bollati Boringhieri, 1993, p. 18

1 commento:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e