considerazioni sui mondi virtuali

domenica 14 ottobre 2007

Aidoru

Laney guardò la faccia modificata di Hillman sul suo schermo. – Non mi hai detto cosa devo cercare. - Qualsiasi cosa possa interessare Slitscan. Il che significa, Laney, qualsiasi cosa possa interessare l’audience di Slitscan. Che può essere vista come un unico organismo malvagio, pigro, profondamente ignorante, sempre affamato, bramoso della calda carne divina degli Unti del Signore. Personalmente, mi piace immaginare che sia una creatura delle dimensioni di un cucciolo di ippopotamo, del colore di una patata vecchia di una settimana, che vive da sola, nel buio, in un autocaravan alla periferia di Topeka. Un essere coperto di occhi, che suda in continuazione, con rivoli di sudore ch’egli colano negli occhi fino a farglieli bruciare. Senza bocca, Laney, né gentali, capace di esprimere i muti parossismi della furia assassina e del desideri infantile con un semplice cambio di canale su un telecomando universale. O votando alle elezioni presidenziali.

William Gibson, Aiduru , Mondadori, Milano, 1997, p. 34

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