considerazioni sui mondi virtuali

mercoledì 31 ottobre 2007

Una massoneria digitale?

Nel mondo reale – sul pianeta Terra, nella Realtà – abitano tra i sei e i dieci miliardi di persone. In qualsiasi momento le si osservi, si vedrà che la maggior parte di loro è intenta a costruire mattoni di argilla e lubrificare i proprio AK-47. Circa un miliardo di persone ha abbastanza soldi per comprarsi un computer – costoro ne hanno di più di tutti gli altri messi insieme. Di questo miliardo di potenziali possessori di computer, forse solo un quarto se lo compra veramente, e solo un quarto di questi ultimi ha macchine abbastanza potenti da gestire il protocollo della Strada. Se a queste ne aggiungiamo altri sessanta milioni che non se lo potrebbero permettere, ma ci vanno lo stesso, usando computer pubblici o quelli della propria scuola o del proprio ufficio, si può concludere che, mediamente la Strada è occupata da un numero di persone pari al doppio della popolazione di New York. Ecco perché quello schifo di posto è cosi pieno di costruzioni. Se ci metti un cartello o un edificio, sai che sarà quotidianamente visto dalla gente più ricca, più alla moda e meglio inserita del mondo.

Neil Stephenson, Snow Crash, Milano, Bompiani, 2007



Così scriveva Neil Stephenson in Snow Crash, libro dal quale la Linden Labs ha preso spunto per creare il metaverso di Second Life. Mi soffermo sulle ultime parole della citazione: “che sarà quotidianamente visto dalla gente più ricca, più alla moda e meglio inserita del mondo.

Due sono i punti da approfondire:

1- Second Life è per pochi? Sì. Due sono i motivi di questa sua natura elitaria. Il primo: le richieste hardware. Il motore grafico del gioco richiede un processore di buona potenza e una scheda grafica della penultima generazione(molto approssimativamente diciamo che con le schede grafica di fascia bassa di due/tre anni fa non è possibile entrare nel metaverso). La Linden Labs è piuttosto ottimista a riguardo e indica i seguenti requisiti di sistema: http://secondlife.com/corporate/sysreqs.php. Ovviamente diffido. Per esperienza personale, su un pc con processore AMD 2000XP e scheda grafica ATI RADEON 9550 il motore grafico tentennava e la scattosità diveniva una scomoda compagna di viaggio. Con un processore Intel Dual Core e un scheda ATI X1950PRO invece non ci sono rallentamenti. A questi requisiti dobbiamo aggiungere quelli di banda. È espressamente richiesta una linea DSL o una connessione con fibre ottiche.

Il secondo: l’installazione e l’interfaccia. La Linden Labs ha cercato di semplificare al massimo l’operazione di creazione di un account e di download del programma. Il problema si pone al momento del primo utilizzo. Occorre una certa “destrezza informatica” per imparare a muovere i primi passi nel metaverso. Bisogna prendere familiarità con l’interfaccia e soprattutto con il sistema di controllo della camera. Per molti questo è uno scoglio insormontabile.

2- Chi è l’utente medio di Second Life? Un o una trentenne, americano/a, laureato/a, con una buona cultura. Questo secondo le statistiche presentate dalla Linden Labs (a questo url potrete consultare uno schema riassuntivo LINK). Dunque un rappresentante di un segmento di persone che hanno probabilmente una capacità economica e decisionale particolarmente appetibile.


Neil Stephenson si è dimostrato profetico? In parte. Second Life non rappresenta ancora il punto di incontro del gotha dell’imprenditoria e della cultura. Probabilmente non lo sarà mai: il problema del digital divide esclude una larga fetta di popolazione. E tra quelli che hanno la possibilità tecnica di accedere ad un mondo sintetico solo una piccola parte è realmente interessata. Devo però ammettere che un cospicuo numero di tecnici informatici, imprenditori affascinati dalle nuove tecnologie, studenti universitari e artisti emergenti ha scelto Second Life come territorio di sperimentazione delle proprie capacità. Questo ha portato alla creazione di un micromondo dove il senso di appartenenza è radicato e dove tutte le persone di successo finiscono prima o poi per incontrarsi.

Che sia nata una nuova massoneria digitale? La domanda è azzardata. Mio compito futuro sarà cercare di dare una risposta.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Esattamente quello che cercavo di dire la sera dell'incontro di PTSL. Mi scuso per il post veloce e la considerazione inutile ;P, la prossima volta mi impegnerò di più...ehehehe
Intanto complimenti al Blog!!