considerazioni sui mondi virtuali

domenica 28 ottobre 2007

Avatar - origini del vocabolo

Avvicinandosi alla Strada, Hiro vede due giovani coppie, che probabilmente stanno usando il computer dei loro genitori per un doppio appuntamento nel Metaverso, scendere alla fermata di Porto Zero – luogo d’accesso della zona e capolinea della Monorotaia.

Naturalmente, non sta vedendo persone reali. È solo una parte dell’immagine disegnata dal suo computer, in base ai dati provenienti dal cavo in fibre ottiche. Le persone sono dei software, detti avatar. Si tratta di corpi audiovisivi che la gente usa per interagire nel Metaverso. Ora, anche l’avatar di Hiro si trova sulla Strada e se le due coppie che stanno scendendo dalla monorotaia, guardassero nella sua direzione lo vedrebbero proprio come lui vede loro. Potrebbero avviare una conversazione: Hiro dal D-Posit di Los Angeles e i quattro adolescenti, probabilmente, da un divano di un quartiere residenziale di Chicago, ognuno con il suo pc portatile. Ma è probabile che non si parleranno, proprio come succederebbe nella Realtà. Sono bravi ragazzi, questi, e si rifiutano di parlare con un meticcio solitario dall’avatar custom troppo sofisticato che maneggia un paio di spade.


Neil Stephenson, Snow Crash, Milano, Bompiani, 2007


Avatar: termine della lingua sanscrita che nella religione induista si usa per indicare l’incarnazione di una divinità in un corpo fisico. Trasposto nel mondo dell’informatica ha acquisito il nuovo significato di immagine o modello in 3d scelto da un utente per rappresentare se stesso in una community, videogame e MMOG.

La rappresentazione di un giocatore attraverso una pedina ha radici nell’antichità. Si pensi al Gioco reale di Ur praticato dai Sumeri attorno al 2500 a.C., oppure agli scacchi la cui origine risale al Chaturanga hindu. Questo gioco si presenta come una simulazione dei sistemi di potere dell’epoca: su una scacchiera di 64 caselle due giocatori si sfidano nel tentativo di catturare il re avversario. Siamo di fronte ad un antesignano, seppur infinitamente più semplice, dei mondi virtuali attuali.

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