considerazioni sui mondi virtuali

martedì 16 ottobre 2007

Ancora sul delitto perfetto

Si continua col ragionare sul libro di Jean Baudrillard Il delitto perfetto, Raffaello Cortina Editore, 1996, Milano, p. 113


Secondo Baudrillard, il delitto perfetto è da sempre compiuto, dai primi secondi di vita del nostro universo. Il nostro destino di uomini è perpetrare il delitto, dare continuità all’illusione della realtà.

L’assenza delle cose da se stesse, il fatto che esse non abbiano luogo pur dando l’impressione di accadere, il fatto che ogni cosa si ritiri dietro la propria apparenza e non sia dunque mai identica a se stessa, in ciò consiste l’illusione materiale del mondo[1]

Questa illusione porta alla proliferazione dei simulacri, specchi della realtà che arrivano a coincidere con essa, costituendone la realtà virtuale.

Esistono due possibilità: che il mondo si derealizzi fino a soccombere per la scarsità di realtà oppure che si iperrealizzi fino a divenire una simulazione totale.

Io credo che il fenomeno Secondlife sia ascrivibile a questa seconda linea di tendenza.



[1] Jean Baudrillard, Il delitto perfetto, Ed. Cortina, Milano, 1996, p. 6

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