Nelle prime scene di eXistenZ, film del regista David Cronenberg uscito nel 1999, assistiamo alla prima dimostrazione pubblica di un nuovo videogame immersivo che promette un livello di realismo e un coinvolgimento mai sperimentati in precedenza. La game designer viene presentata dallo speaker come “la più grande artista” nella progettazione di game virtuali.
Sono doverose alcune considerazioni. I videogame esistono da circa 30 anni: la grafica, l’interattività, la complessità dei giochi elettronici sono migliorate con una progressione geometrica ma ritengo che siamo ancora agli albori dell’era dell’intrattenimento digitale. I mondi virtuali sono infanti che si sforzano di muovere i primi passi.
Detto questo arrivo al punto centrale di questo post. Pensando alla game designer del film di Cronenberg mi chiedo: potranno mai i grandi creativi dei mondi virtuali essere considerati un giorno “artisti”? I mondi virtuali diventeranno un veicolo di espressione artistica o addirittura saranno essi stessi una forma d’arte?
Sono doverose alcune considerazioni. I videogame esistono da circa 30 anni: la grafica, l’interattività, la complessità dei giochi elettronici sono migliorate con una progressione geometrica ma ritengo che siamo ancora agli albori dell’era dell’intrattenimento digitale. I mondi virtuali sono infanti che si sforzano di muovere i primi passi.
Detto questo arrivo al punto centrale di questo post. Pensando alla game designer del film di Cronenberg mi chiedo: potranno mai i grandi creativi dei mondi virtuali essere considerati un giorno “artisti”? I mondi virtuali diventeranno un veicolo di espressione artistica o addirittura saranno essi stessi una forma d’arte?
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