Gerosa si augura che presto possa nascere una stilistica dei mondi virtuali. L’arte del mondo reale e l’arte dei mondi virtuali devono procedere parallelamente in un circolo virtuoso di osmosi continua: solo così gli artisti della realtà virtuale potranno affrancarsi dal loro ruolo di subalterni del panorama artistico.
Da dove cominciare la costruzione di questa stilistica?
Certamente dagli studi sull’architettura, dalla citazione dell’arte istituzionale nei mondi virtuali, dalle affinità con la cultura del fumetto e del videogame. Occorre partire dagli strumenti di indagine artistica che ci fornisce la storia dell’arte ponendosi l’ambizioso obiettivo di giungere un giorno alla definizione di nuovi parametri estetici per l’universo dei mondi virtuali.
Siamo dunque fermi al grado zero dell’arte nella terra della virtualità: i mondi virtuali non sono ancora sfruttati come piattaforma creativa.
Si prenda l’esempio di Second Life: il business domina, grandi aziende aprono sfarzose sedi che diventano ben presto cattedrali nel deserto. Il mercato dell’arte in Second Life è ancora visto con sufficienza dai media e dai critici e gli artisti stentano ad emergere.
Gerosa auspica vivamente un futuro nel quale Second Life sarà soprattutto una piattaforma creativa, forse addirittura
2 commenti:
Ciao Manigault.. Una domanda.. Cos'è l'Unacademy?
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